Fonte: L’Arena – 26/06/2010
Il caso. Metropolis polemizza con il sindaco. E dà un annuncio
L’orso Dino se ne va «Ma occuperemo altrove»
«Tu, Tosi mi chiudi uno spazio sociale completamente legale in affitto. Io, non avendo alternative, prendo casa occupandone un altro». A parlare è l’«orso Di.n.o», il laboratorio sociale dei ragazzi di Metropolis che da qualche settimana occupa l’ex concessionaria Albi di viale Venezia, di proprietà della Commerciale Brendolan. Lo stesso «orso» che sotto forma di una ventina di giovani ha interrotto l’altra sera il Consiglio comunale perché la politica non lo vuole ascoltare. «Ci ritengono invisibili ma dovranno accorgersi di noi», dicono i ragazzi rispedendo al mittente le accuse di illegalità dietro cui i consiglieri si sono trincerati negando una commissione sulle loro problematiche.
«Parlano di legalità? Lo stesso Consiglio a capo del quale c’è un sindaco condannato per razzismo e che ospita un nazifascista?», dice il portavoce di Di.n.o. «Noi abbiamo solo una denuncia che alla peggio potrà tradursi, visto i precedenti, o in assoluzione o in una microcondanna».
Una denuncia da parte della proprietà è in effetti arrivata e presto arriverà anche lo sgombero coatto. Per questo il gruppo ha deciso che con il concerto degli Assalti frontali in programma mercoledì prossimo «si chiuderà questa esperienza e Dino si troverà un altro posto. Di certo non
finisce qui».
Il gruppo attacca poi il presidente del Consiglio Fratta Pasini colpevole di aver chiamato le forze dell’ordine in aula e di aver chiuso al dialogo «facendo pressioni affinché fosse stralciato dall’ordine del giorno della commissione il punto che riguardava Metropolis», e se la prende anche con il comandante dei vigili Altamura perché «ha detto che siamo dei violenti, ma ce l’ha con noi solo perché il video dei maltrattamenti al barbone che ha fatto il giro d’Italia lo abbiamo fatto noi».
Riguardo alle lamentele dei vicini dicono: «C’è stato solo un sabato di musica forse un po’ eccessiva, ma poi abbiamo corretto il tiro, abbiamo anche invitato i residenti e qualcuno è venuto. Ma i danneggiamenti quelli no, non siamo stati noi». G.C.