Verona. Dopo il presidio di sabato i migranti ritornano a reclamare diritti

Sabato 2 ottobre, dalle ore 11 si è tenuto il presidio indetto da Cittadinanza globale davanti alla Prefettura.
Una settantina di migranti di diverse nazionalità e provenienza ha imposto al Prefetto che una decina di loro rappresentanti fossero ricevuti.
In ballo, il rilascio dei permessi di soggiorno per uomini e donne che sono stati truffati da mediatori che, dopo averli rapinati, hanno rilasciato loro falsi permessi.
Tra costoro, un consigliere comunale della Lega Nord e un sindacalista dell’UGL.
Il presidio si è riconvocato in assemblea per mercoledì prossimo per raccogliere altre denunce e per programmare le iniziative future di lotta.

Cittadinanza Globale – Verona

Fonte: L’Arena – 03/10/2010
Migranti raggirati e sanatoria. Ma la Prefettura non ci sente
I “nuovi veronesi” chiedono di essere regolarizzati dopo essere stati ingannati. Protesta in Piazza Dante. Bennamar pronto allo sciopero della fame

Tanta delusione ieri in piazza Dante per i migranti che lavorano in nero e chiedono di potere essere regolarizzati. Il vice prefetto Mattia Gerardino, non ha accettato l’eventualità di aprire un tavolo di confronto con la Procura e la Questura per concedere un permesso di «attesa di occupazione» a quanti si sono visti respingere la domanda per la sanatoria.
Come annunciato nei giorni scorsi da Cittadinanza globale, l’associazione che tutela i diritti dei «nuovi veronesi», ha indetto una manifestazione davanti alla Prefettura per chiedere un incontro con la rappresentante dello Stato, Perla Stancari, affinché venisse avviato per l’appunto un tavolo di confronto tra prefettura, questura e procura, al fine di concedere un permesso di «attesa di occupazione» a tutti quei lavoratori che hanno presentato la domanda di sanatoria ma se la sono vista rifiutare. Il 70% di loro per inoltrarla si sono appoggiati ad associazioni criminali che hanno lucrato sulla loro precarietà facendosi pagare anche 3.000 euro. Anche semplici cittadini privi di scrupoli hanno giocato con la loro buona fede.
Le domande di regolarizzazione arrivate in questura sono state 5.400, respinte 800, ed è per queste ultime che Cittadinanza Globale si è attivata. Kahled Bennamar, rappresentante dell’associazione che tutela i diritti dei migranti, non si da per vinto e ha annunciato uno sciopero della fame. Un diniego inaspettato quello del rappresentante della Prefettura che ha detta della delegazione ha considerato la vicenda come un problema amministrativo e quindi da seguire per vie diverse. Una diversa risposta quindi da quella del 2003 data dal prefetto Italia Fortunati che portò ad aprire un tavolo di confronto e all’apertura di un’indagine da parte della Procura del Tribunale per lo sfruttamento che la sanatoria comportò ad opera di attività criminose. I migranti che non rientrano nella sanatoria si incontreranno mercoledì a Porta Vescovo per discutere e cercare possibili soluzioni. Una è già al vaglio e riguarda la richiesta di intervento da parte del questore Vincenzo Stingone. Le 800 pratiche respinte sono di badanti, colf, muratori, commessi che quotidianamente lavorano in nero e che per essere regolarizzati non hanno esitato a pagare. Le denunce raccolte dall’avvocato Claudia Pedrini, anche lei era ieri in piazza Dante al fianco di Roberto Malesani, legale di Cittadinanza Globale, sono un centinaio. A dare sostegno ai migranti in piazza c’era anche Giorgio Gabanizza, di Sinistra Ecologica Libertà Verona, che ha ricordato ai manifestanti che «le leggi dello Stato affermano che chi ha un lavoro e una casa ha il diritto di restare, non dicono che chi è stato sfruttato e truffato deve andarsene».

L’Arena. L’orso Dino se ne va «Ma occuperemo altrove»

Fonte: L’Arena – 26/06/2010

Il caso. Metropolis polemizza con il sindaco. E dà un annuncio
L’orso Dino se ne va «Ma occuperemo altrove»
«Tu, Tosi mi chiudi uno spazio sociale completamente legale in affitto. Io, non avendo alternative, prendo casa occupandone un altro». A parlare è l’«orso Di.n.o», il laboratorio sociale dei ragazzi di Metropolis che da qualche settimana occupa l’ex concessionaria Albi di viale Venezia, di proprietà della Commerciale Brendolan. Continue reading “L’Arena. L’orso Dino se ne va «Ma occuperemo altrove»”

L’Arena. Metropolis, i residenti chiedono aiuto a Tosi

Fonte: L’Arena – 25/06/2010

Ex concessionaria. Il rischio è che l’occupazione di «Orso Dino» in viale Venezia duri a lungo
Metropolis, i residenti chiedono aiuto a Tosi
I cittadini esasperati incontrano il sindaco: «Troppo rumore e atti vandalici». Il primo cittadino: «Faremo tutto il possibile»
Di Giorgia Cozzolino

L’orso Dino è sceso dalla Lessinia e si è sistemato in città, più precisamente in viale Venezia, nell’ex concessionaria Fiat abbandonata dove di certo non mangia asini, ma rende insonni le notti dei residenti vicini. Non si tratta infatti del plantigrado che ha creato schiere di sostenitori in tutta Italia ma di Di.n.o (Dinamiche non omologate) il nuovo laboratorio sociale di Metropolis che, sfrattato da Veronetta, ha trovato un nuovo posto da occupare. Continue reading “L’Arena. Metropolis, i residenti chiedono aiuto a Tosi”

Verona. DI.N.O. occupato – Foto e rassegna stampa

Si parte: DI.N.O. is born. Striscioni:

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Pulizie di rifiuti stratificati nel tempo dentro il quartiere di Borgo Trieste:

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Alla fine, qualcuno si è accorto…

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Com’era prima della “liberazione”. La proprietà si è sempre preoccupata di far cacciare i senza casa che in questi anni di abbandono lo hanno usato come riparo, ma il fatto che sia da tempo “occupato” di rifiuti, questo va bene:

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Fonte: Corriere di Verona – 05/06/2010

I «sinistr-orsi» ispirati da Dino occupano stabile in viale Venezia
Dopo le denunce al Metropolis «presi» gli spazi dell’ex concessionaria Fiat. Decine di ragazzi a ripulire l’area. «Chiediamo un tavolo di confronto con il comune che non ci ha ascoltato».

Verona — Ci sono entrati, alla chetichella, due sere fa. Un po’ come si muove l’orso. Su sentieri non tracciati, pachidermico all’apparenza, ma assolutamente scaltro nell’azione. «M5, mi chiamano. Fanno così, ti cosificano mettendoti una sigla. Preferisco Dino, anche se è un nome che mi hanno appiccicato… ». Hanno «occupato» uno spazio e «sgomberato» le sgauie, le immondizie, ieri quelli che a primo acchito dovrebbero essere i soliti «sinistr – e in questo caso più che mai a tutto tondo – orsi». Quelli che facilmente si farebbero ricadere nell’area del Metropolis, il colletivo di via Mazza asfissiato dalle denunce e dalle ordinanze comunali. Ma che in realtà nei capannoni dell’ex concessionaria Fiat di viale Venezia hanno mostrato un nuovo volto, quello che non si omologa per nulla, nè nel collare dell’orso Dino nè negli schemi precotti dell’antagonismo politico. Ha la faccia di molti studenti che poco hanno a che fare con la «militanza», nel senso deleterio che si dà al termine, l’occupazione «ufficializzata» ieri delle aree dell’ «Albi Marcellino» abbandonate da anni. Hanno preso il nome del plantigrado più famoso del Nord Est, lo hanno reinventato in un acronimo, «DInamiche Non Omologate », – Dino – si sono armati di ramazza, sacchi per la raccolta differenziata e si sono «presi» uno spazio abbandonato nel degrado burocratico di una proprietà privata, quelli che adesso si riconoscono sotto la dicitura di «laboratorio sociale».
Quelli che hanno messo in atto l’occupazione, in termini di centinaia di metri quadrati, più imponente che Verona abbia mai conosciuto. Perchè quegli spazi, a ridosso di viale Venezia, sono un cubicolo di capannoni, officine, che si fiondano quasi sulla parte opposta del quartiere. Da anni abbandonati, da quando quella che era la «concessionaria dei veronesi» ha chiuso. Terra fertile, poi, per quelli che non hanno casa e di conseguenza per gli sgomberi. Sgomberi di esseri umani, ma non di quelle «masserizie» che negli anni si sono accumulate. E che ieri, chi «occupa » – e non chi è proprietario dell’area – ha ripulito. «Siamo un gruppo di ragazzi che ha deciso dopo l’”attacco” a Metropolis di prendersi uno spazio abbandonato da anni – hanno spiegato -. E il nostro laboratorio in realtà vorrebbe essere un progetto, composto da tante cose: una sala concerto, una libreria, una postazione informatica… Un laboratorio per una nuova cittadinanza che non rientra nelle logiche di una società commercializzata, che non rientra in una mentalità fatta di controllo e repressione…». Quello che sta facendo l’orso Dino. Lui fa l’orso, altri lo ergono a simbolo. Ha richiamato l’attenzione delle forze dell’ordine, l’occupazione cheta cheta dell’ex concessionaria di viale Venezia. «Non ci dispiacerebbe tenere questi spazi – dicono gli occupanti -. Il nostro è un grido d’allarme verso chi non ci ha voluto ascoltare». L’amministrazione comunale, «rea» di non aver voluto dialogare sul Metropolis. «Questo vuole essere un rilancio in avanti, un’esperienza nuova. Vorremo una città libera e chiediamo un tavolo di confronto, con le figure istituzionali». Con quelli che non li hanno incontrati per parlare di quel collettivo, ancora aperto, ma in realtà moncato dalle denunce. Ieri sera il «laboratorio sociale Dino» ha organizzato un concerto. Stasera ce ne sarà un altro e nel pomeriggio ci saranno i writers, che dipingeranno quei muri lasciati ingrigire dal tempo e dalle beghe burocratiche. C’è una parte di Verona che si sta riprendendo gli spazi. «Partiamo da qui – dicono quelli che come Dino non si omologano -. Da una nuova esperienza di autogestione. Uno spazio a disposizione di coloro che vorranno esprimersi liberamente, che vorranno starci vicini e rompere insieme a noi il controllo in cui ci vorrebbero tutti rinchiusi». Sanno, gli occupanti del «laboratorio sociale Dino» che il loro tempo è a scadere, come quello dell’orso a cui si sono ispirati. Per lui arriveranno le gabbie e, ben che vada, il «trasferimento». Per loro uno sgombero e, probabilmente, delle denunce. Ma c’è chi non si livella… «Sappiamo che adesso si metterà in moto la macchina della burocrazia. Ma noi da qui partiamo…». E a Verona la non omologazione rischia di diventare itinerante…