DI.N.O. Lettera aperta alla città di Verona
Da martedì 28 dicembre noi, giovani del Laboratorio Sociale DI.N.O., abbiamo preso possesso dei locali dell’ex concessionaria Seat di Via Torbido. Una nuova occupazione, dopo quella nel giugno scorso in viale Venezia, per riaffermare ancora una volta l’esigenza di spazi e far sentire la nostra voce ad un’amministrazione comunale che si è dimostrata del tutto sorda alle nostre ripetute richieste di dialogo affinchè si potesse giungere ad una soluzione condivisa del problema. Continue reading “DI.N.O. Lettera aperta alla città di Verona”
Verona. Inceneritore? Una follia. In cinquemila al corteo contro l’inceneritore di Ca’ del Bue
Inceneritore, affare per pochi, rovina di tanti. La o di pochi è sostituita dal sole delle alpi, il noto simbolo della Lega.
La città del sindaco leghista Tosi è invasa da migliaia di manifestanti rumorosi e colorati, ciascuno con un cartello autoprodotto, uno striscione, un simbolo che dice un chiaro no all’inceneritore di Ca’ del Bue.
Il tentativo della giunta comunale di rassicurare, di insistere sull’alta tecnologia che verrebbe utilizzata nel nuovo-vecchio impianto non ha funzionato.
La moltitudine scesa in piazza, formata da cittadini di ogni tipo, gruppi di amici, famiglie, bambine e bambini, student*, contadini, e chissà chi altr* non si è lasciata imbrogliare. Ha letto gli studi che sono stati fatti, si è informata. Sa bene quale sia la composizione dei fumi che un inceneritore di quel tipo e di quella portata diffonderebbe su un territorio vastissimo.
E di fronte all’inettitudine e alla prepotenza di chi si considera il padrone della città ha avuto anche la capacità di proporre: riciclaggio spinto dei rifiuti, riduzione della loro produzione all’origine (ad esempio con la riduczione degli imballaggi), trattamento a freddo dei rifiuti. Non è semplicemente il fronte del no quello che è sceso, ma una cittadinanza attiva capace di protesta e di proposta.
Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni. La manifestazione di sabato fa ben sperare sulla possibilità che anche questa città si risvegli da un torpore che rischia di diventare complicità. D’altra parte, bisogna anche essere consapevoli che invece dal palazzo niente di positivo verrà colto da ciò che la piazza ha espresso.
Teniamoci pronti.