Verona. Inceneritore? Una follia. In cinquemila al corteo contro l’inceneritore di Ca’ del Bue

Inceneritore, affare per pochi, rovina di tanti. La o di pochi è sostituita dal sole delle alpi, il noto simbolo della Lega.

La città del sindaco leghista Tosi è invasa da migliaia di manifestanti rumorosi e colorati, ciascuno con un cartello autoprodotto, uno striscione, un simbolo che dice un chiaro no all’inceneritore di Ca’ del Bue.

Il tentativo della giunta comunale di rassicurare, di insistere sull’alta tecnologia che verrebbe utilizzata nel nuovo-vecchio impianto non ha funzionato.

La moltitudine scesa in piazza, formata da cittadini di ogni tipo, gruppi di amici, famiglie, bambine e bambini, student*, contadini, e chissà chi altr* non si è lasciata imbrogliare. Ha letto gli studi che sono stati fatti, si è informata. Sa bene quale sia la composizione dei fumi che un inceneritore di quel tipo e di quella portata diffonderebbe su un territorio vastissimo.

E di fronte all’inettitudine e alla prepotenza di chi si considera il padrone della città ha avuto anche la capacità di proporre: riciclaggio spinto dei rifiuti, riduzione della loro produzione all’origine (ad esempio con la riduczione degli imballaggi), trattamento a freddo dei rifiuti. Non è semplicemente il fronte del no quello che è sceso, ma una cittadinanza attiva capace di protesta e di proposta.

Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni. La manifestazione di sabato fa ben sperare sulla possibilità che anche questa città si risvegli da un torpore che rischia di diventare complicità. D’altra parte, bisogna anche essere consapevoli che invece dal palazzo niente di positivo verrà colto da ciò che la piazza ha espresso.

Teniamoci pronti.

Verona. On the move! I migranti si ribellano

Nel giorno in cui una parte del PD intraprende una comica battaglia di modernizzazione in tema di immigrazione con i paleoleghisti proponendo ingressi programmati e selettivi e rifiutando il dato di semplice constatazione che i migranti, i clandestini, sono già qui, i truffati dell’ultima sanatoria si prendono la città.

Precari, lavoratori in nero, ricattati dai ritardi del rinnovo del permesso di soggiorno, tutti sfruttati e truffati dai mediatori che sulla sanatoria hanno speculato vendendo finti contratti di lavoro e false pratiche di regolarizzazione (tra di essi, vale la pena di ricordarlo, amministratori della Lega e sindacalisti gialli dell’UGL) si sono dati appuntamento in tribunale a Verona per presentare tutti assieme le proprie denunce penali. Pakistani, margrebini, indiani, nigeriani e nuovi cittadini di altre comunità hanno rivendicato il permesso di soggiorno provvisorio che loro spetta, essendo parte lesa nelle truffe quotidianamente esercitate in tema di diritti di cittadinanza.

E soprattutto, si sono presi le vie del centro storico con un corteo non autorizzato che ha bloccato il traffico (sotto la scalinata del comune del sindaco Tosi) all’interno della città, tra le mura di chi il lavoro nero sfrutta ma non ne vuole vedere voci e corpi.move

Più di un centinaio di lavoratori, nel giorno dello sciopero del sindacalismo di base, ha inteso in questo modo riappropriarsi di un protagonismo sociale e politico troppo spesso invisibilizzato dalle retoriche della sicurezza e dal sedicente realismo della politica ufficiale.

Il presidio dei migranti di Cittadinanza globale, appoggiato da USB-ADL, si è sciolto solo dopo che il Questore e il Procuratore si sono resi disponibili ad una mediazione.
Ma si riconvocano in Assemblea Permanente a partire dai primi giorni della prossima settimana.

Cittadinanza Globale