Verona. Laboratorio sociale DI.N.O. occupato

M5 mi chiamano. Fanno così, ti cosificano mettendoti una sigla.
Preferisco Dino, anche se è sempre un nome che mi hanno appiccicato
loro. Ma almeno questo mi ha creato qualche simpatia attorno.
Confinato in un circo, in una gabbia di zoo, o in un territorio dove
secondo loro posso stare. In qualche modo spettacolare.

Adesso, lo spettacolo lo faccio io.


Un giorno mi sveglio e mi metto in viaggio. Mi sposto in luoghi che sono
da sempre miei. I confini non li ho creati io. E neppure i miei
fratelli e le mie sorelle.
Per questo mi sono rimesso in viaggio.
Sapevo che mi avrebbero dato la caccia. A loro sembra che i miei
comportamenti non siano gentili. Ma io mangio quando e quanto mi serve,
consumo solo quello di cui ho bisogno.

Ecco, non ho proprio bisogno di
essere educato da loro. Io sono parte del mondo in cui vivo.

Chi mi chiama M5 ha creato confini entro i quali alcuni non possono
entrare e altri non possono uscire, ricopre la terra con qualcosa che
non permette più alle piante di crescere, versa nei fiumi, nei laghi e
nei mari sostanze che avvelenano, immette nell’aria gas soffocanti.
Loro, si fanno addirittura guerra tra loro.
Hanno un bisogno di potere
che io non ho. Hanno un bisogno di accumulare che io non ho. Hanno un
bisogno di sentirsi superiori che io non ho.
E nello stesso tempo fanno
di tutto per cancellare i legittimi bisogni di tutt*.
Ora ho imparato che non mi devo aspettare niente.
Mi hanno costretto ad
uscire dal mio rifugio, ma non sono rientrato nel loro spettacolo.

Per
ora, questa è la mia casa, e la uso per camminare libero per il mondo.

L’orso Dino siamo tutti noi, tant* giovani che a Verona nella città in
cui le passioni tristi della paura, del razzismo, della repressione di
tutte le forme di vita alternative sembrano avere il sopravvento, hanno
deciso di prendere parola, anzi di entrare in azione per provare a
immaginarsi protagonisti diversi di una città diversa.
Più di 3 anni fa siamo partiti dal Metropolis, un piccolo spazio in
Veronetta cha ha saputo diventare punto di riferimento politico,
sociale, culturale per il quartiere e non solo, creando iniziative
politiche, lottando a fianco dei migranti e per il diritto alla casa,
ospitando decine di gruppi musicale, organizzando spettacoli teatrali,
mostre d’arte e presentazioni di libri, offrendo servizi come il
doposcuola, i corsi di italiano per stranieri e internet gratuito,
iniziative di autoformazione.
Un luogo di aggregazione evidentemente sgradito e scomodo, viste le
denuncie e le ordinanze con cui l’amministrazione Tosi, per mano dei
vigili, ha voluto minarne le attività. Proprio a Verona, dove le realtà
culturali indipendenti chiudono o vengono fatte chiudere e così evidente
è la carenza di spazi sociali per i giovani.

Ma nessuna ordinanza può fermare la nostra voglia di costruire
alternative, di creare percorsi di autonomia e indipendenza. Quindi
partiamo da qui, una nuova esperienza di autogestione che sia
laboratorio di nuova cittadinanza in cui vogliamo fare tante cose:
libreria, palestra, atelier artistico, sale concerti, prove e cinema,
laboratorio di informatica, oltre a ciò che già si faceva al Metropolis.
Uno spazio a disposizione di tutt* coloro che vorranno esprimersi
liberamente, che vorranno starci vicini e rompere insieme a noi il
controllo in cui ci vorrebbero tutt* rinchiusi.

Laboratorio Sociale DI.N.O. – DInamiche Non Omologate